Auto ibride? Secondo le statistiche ufficiali sono le più richieste e vendute in Italia, complice il fatto che i modelli a benzina e diesel non elettrificati sono in numero sempre minore e che le elettriche pure non si sono ancora affermate in modo massiccio. Ma c’è ibrido e ibrido e può essere utile spiegare le differenze che esistono tra mild-hybrid, full-hybrid e ibride plug-in.
La gamma Renault: modelli ibridi a confronto tra consumi e prestazioni
All’interno della gamma Renault, per esempio, si trovano modelli che adottano le tre forme di ibridazione citate; la Austral addirittura è proposta sia con una power-unit full-hybrid da 200 CV, la stessa di Espace e Rafale, e con i mild-hybrid da 130 e 160 CV. La Rafale affianca al full-hybrid l’ibrido plug-in da 300 CV con un terzo motore elettrico che realizza la trazione integrale, mentre Captur e Symbioz sono vendute oggi con un full-hybrid da 1789 cc e 160 CV. C’è poi la piccola Clio che resta fedele al full-hybrid da 1598 cc e 143 CV per offrire percorrenze identiche a quelle della versione 1.5 dCi (23,8 km/litro dichiarati). Ad accomunare sul piano pratico mild-hybrid e full-hybrid è l’assenza di benefici fiscali rispetto a modelli a benzina e gasolio privi di elettrificazione. Il loro principale vantaggio è dato dalla riduzione del consumo, dovuto al fatto che il piccolo motore elettrico alimentato da un’altrettanto minuta batteria che si autoricarica in discesa e frenata o prelevando un minimo di energia dal motore termico, che supporta il funzionamento del propulsore a combustione interna, permette a quest’ultimo di lavorare in migliori condizioni e di essere sfruttato meno.
Osservando le percorrenze delle Austral 1.3 TCe mild-hybrid a confronto con quelle della nuova 1.8 E-Tech full-hybrid si noterà che quest’ultima prevale sulla prima per 22,2 km/litro contro 16,4 km/litro, come pure la Symbioz 1.8 E-Tech fa meglio della 1.3 mild-hybrid da 140 CV con un consumo nel ciclo combinato di 4,3 litri di benzina ogni 100 km contro 5,9 litri/100 km.
Le differenza pratiche tra Mild-Hybrid e Full-Hybrid
Sul piano tecnico le differenze principali si rilevano a livello di dimensioni e capacità d’intervento della batteria di trazione: nelle mild-hybrid il supporto elettrico è limitato ad agevolare il compito del propulsore a benzina e non è in grado di spingere autonomamente la vettura, mentre a bordo delle full-hybrid è possibile percorrere da 1 a 3 km in modalità esclusivamente elettrica, generalmente ad andature non superiori a 50-60 km/h e con una pressione minima sul pedale dell’acceleratore. Il contraltare può essere determinato invece dal peso, superiore nelle full-hybrid per un ammontare che può andare da 150 a 200 kg, a parità di numero di cilindri. Le full-hybrid inoltre dispongono di cambio automatico, o robotizzato, o a doppia frizione, mentre le mild-hybrid possono prevedere la trasmissione meccanica, come nel caso della Symbioz 1.3 TCe e, passando in casa Dacia, delle Duster e Bigster.
Vantaggi e svantaggi delle ibride plug-in
Le power-unit plug-in hybrid risultano particolarmente interessanti e convenienti per chi è in grado di ricaricare la batteria di trazione della vettura nel proprio box, con le vantaggiose tariffe legate al consumo di energia elettrica in ambito domestico, in modo tale da ridurre drasticamente il costo del rifornimento di energia elettrica rispetto al “pieno” da colonnina pubblica. In questo modo una Rafale E-Tech 4x4, l’ammiraglia ibrida plug-in della Renault, permette di coprire fino a 100 km in modalità elettrica, percorrenza che per molti utenti equivale al chilometraggio percorso per andare da casa al lavoro per tutta la settimana, quindi di ricaricare (al lavoro, ma a questo punto anche da una colonnina pubblica in corrente alternata, le meno veloci ma meno costose rispetto a quelle ultrafast che riforniscono in corrente continua) una volta ogni 5-7 giorni, e di viaggiare liberamente con un motore a benzina dai bassi consumi in quanto ibrido allorché, per lavoro o diporto, occorra effettuare viaggi di qualche centinaio di chilometri. Attenzione però a valutare bene la convenienza della plug-in hybrid (che a Milano può entrare liberamente e gratuitamente nell’AreaC) rispetto alla full-hybrid, che nel caso della Rafale costa 4500 euro in meno a parità di allestimento (Esprit Alpine). Oltre al prezzo c’è da considerare il peso più elevato delle plug-in, dovuto alla massa della batteria di trazione più grande (sulla Rafale ci sono 274 kg in più!) e alla capacità del bagagliaio inferiore, seppure solo leggermente (530 dmc anziché 627 sempre sulla Rafale), per via dell’ingombro della stessa batteria, sovente piazzata sotto il piano di carico. Non è superfluo ricordare poi le criticità legate ai casi di danneggiamento della batteria di trazione, per tamponamento o per urti nel sottoscocca.
Per chi potesse farsene assegnare una come company-car all’interno della policy aziendale come fringe benefit il risparmio è notevole sia alla pompa di benzina (che si finirà col frequentare meno assiduamente) sia in termini di tassazione in busta paga. Infatti dal 2025 le auto ibride plug-in (e le elettriche, sia pure con modalità differenti) godono di un trattamento fiscale di favore per le aziende e per i dipendenti che le acquistano in uso promiscuo come auto aziendali.